Bild: 200 posti a rischio per l'AI?

21/06

L’annuncio da parte dell’editore del tabloid tedesco “Bild”, il più venduto in Europa, di sostituire diverse figure professionali all’interno della redazione con sistemi di intelligenza artificiale ha acceso i riflettori sul ruolo sempre più incisivo dell’AI nel mondo dell’editoria e del giornalismo. La decisione di Axel Springer, l’editore di “Bild”, rientra in un piano di riduzione dei costi da 100 milioni di euro con l’obiettivo di migliorare la redditività del giornale e, allo stesso tempo, sancisce l’ingresso nell’era del “solo digitale”.

La riorganizzazione del settore dei giornali regionali secondo questo piano comporterà centinaia di licenziamenti, e si stima che almeno 200 posti di lavoro siano a rischio. Tuttavia, il management si dichiara impegnato a cercare soluzioni “socialmente accettabili” per la gestione dei licenziamenti. Nonostante le preoccupazioni legate all’occupazione, è indubbio che questo cambiamento rappresenti una svolta epocale nel modo di concepire e realizzare il giornalismo di qualità nell’era digitale.

Secondo quanto riportato dalla mail inviata alla redazione, funzioni come caporedattore, impaginatore, correttore di bozze, segretariato e editor fotografico subiranno drastiche modifiche o verranno sostituite dall’intelligenza artificiale. La decisione si basa sulla consapevolezza che “purtroppo bisogna prepararsi anche ai commiati dai colleghi che svolgono mansioni che possono essere sostituite dall’intelligenza artificiale e/o da processi digitali, oppure che non possono adattarsi a questa nuova organizzazione con le loro attuali competenze".

L’amministratore delegato del gruppo, Mathias Döpfner, sottolinea l’importanza di agire tempestivamente per evitare una situazione pericolosa per il futuro delle testate “Bild” e “Welt”. La riduzione dei costi, infatti, è ritenuta necessaria “perché la situazione del fatturato, del profitto e dei costi stanno evolvendo in modo tale che entro pochi anni ci troveremmo in una situazione pericolosa se non facciamo nulla”. Inoltre, Döpfner ricorda che la libertà di poter fare giornalismo indipendente e critico dipende dal successo economico dell’impresa editoriale.

Le conseguenze di questo passaggio epocale vanno oltre le mura delle redazioni dei giornali. Il settore dell’intelligenza artificiale, già in crescita esponenziale negli ultimi anni, vedrà ulteriormente ampliarsi i propri orizzonti applicativi. La sfida per i professionisti e gli esperti di AI sarà quella di sviluppare sistemi sempre più sofisticati e performanti, in grado di garantire un’alta qualità di contenuti e un’efficienza produttiva elevata, rispettando al contempo le prerogative dell’etica giornalistica e del lavoro umano.

Allo stesso tempo, questa rivoluzione impone ai giornalisti di ridefinire e aggiornare le proprie competenze per integrarsi efficacemente nei nuovi processi digitali. È fondamentale cogliere l’opportunità di valorizzare l’unicità e l’irripetibilità della creatività umana in un contesto in cui l’intelligenza artificiale diventa la spina dorsale del sistema.

Quanto sta accadendo in casa “Bild” rappresenta solo l’inizio di un cambiamento epocale a 360 gradi nel mondo dell’editoria. È necessario affrontare con coraggio e lungimiranza questa trasformazione, riconoscendo l’indicibile valore aggiunto che l’intelligenza artificiale può apportare al giornalismo e, di riflesso, alla società tutta. L’auspicio è che questo cambiamento sia affrontato con responsabilità e senso critico, per dare vita a un futuro in cui uomo e macchina collaborino sinergicamente, innalzando la qualità e l’efficacia del giornalismo a nuovi, inesplorati livelli di eccellenza.

Michele Laurelli

Ciao, sono Michele! Ho 32 anni, mi occupo di intelligenza artificiale. Insegno, scrivo e realizzo progetti. Quando non lavoro tiro di scherma.

Cosa ne pensi?

Mostra l'area commenti