Intelligenza Artificiale e Didattica: Tra Innovazione e Sfide Umane

23/07 AI

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta permeando ogni aspetto della nostra vita quotidiana e lavorativa, risalta senza dubbio l’importanza di integrare queste nuove tecnologie nel settore dell’istruzione. Ora più che mai, il mondo si trasforma in un’enorme e peculiare aula, in cui gli insegnanti assumono il ruolo di guide esperte e navi scuola, guidando gli studenti nella giungla delle informazioni e consentendo loro di utilizzare al meglio le risorse che hanno a portata di mano.

L’avvento di Google, per esempio, ha trasformato il modo in cui apprendiamo e memorizziamo le informazioni, rendendo quasi obsoleto l’apprendimento mnemonico e spostando l’attenzione sulla capacità di utilizzare strumenti tecnologici in modo efficiente ed efficace. Tuttavia, mentre l’intelligenza artificiale e altre tecnologie potenziatrici rendono più facile l’accesso al sapere, si pongono anche nuove sfide e si delinea il bisogno di affrontare nuove domande: cosa stiamo insegnando agli esseri umani e perché lo stiamo facendo? Come possiamo utilizzare al meglio sia le nostre capacità umane sia quelle artificiali?

In primo luogo, dobbiamo riconoscere che viviamo in un’epoca in cui esistono molteplici tipi di intelligenza – dal modello delle “intelligenze multiple” di Howard Gardner all’intelligenza emotiva di Peter Salovey e John D. Mayer – e che le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale ci costringono a integrare e sviluppare queste differenti forme di intelligenza nel nostro approccio all’apprendimento e all’educazione. Ad esempio, i modelli generativi di intelligenza artificiale sfumano la linea tra ciò che può essere generato e la vera creatività e sollevano interrogativi sulla portata e la velocità del nostro potere di elaborazione rispetto a quello delle macchine.

Un altro aspetto cruciale dell’apprendimento nell’era dell’intelligenza artificiale è l’importanza del pensiero critico. L’intelligenza generativa, sia naturale sia artificiale, è in grado di organizzare, sintetizzare e distillare enormi quantità di conoscenza, ma introduce inevitabilmente errori nel processo. Il libro di Daniel Kahneman “Pensieri lenti e veloci”, ad esempio, spiega come le diverse parti del nostro cervello possano portare a errori nel nostro pensiero. In un contesto in cui Internet è già pieno di informazioni e contenuti imprecisi o ingannevoli, l’intelligenza artificiale generativa potrebbe solo amplificare questi problemi in maniere apparentemente autorevoli. Gli educatori e gli insegnanti di ogni tipo dovranno assicurarsi che gli studenti siano in grado di mettere in discussione ciò che credono di sapere e applicare curiosità e scetticismo alle loro fonti di informazioni, sia naturali sia artificiali.

Questo richiede anche un maggiore impegno da parte degli educatori e degli insegnanti nel padroneggiare le sfumature e nel guidare i propri studenti a sviluppare sempre migliori capacità per formulare domande.

Come dimostra l’emergere della figura del “prompt engineer”, ossia colui che si occupa di progettare i prompt per i sistemi di intelligenza artificiale (ne abbiamo già parlato qui), l’arte di formulare domande diventa sempre più cruciale man mano che l’intelligenza artificiale si insinua nelle nostre vite. In questo contesto, è fondamentale ripensare al modo in cui sviluppiamo tutte le capacità umane e approfittiamo degli strumenti tecnologici che potenziano le nostre abilità innate, siano esse cognitive, emozionali o lavorative. L’istruzione deve essere un processo di apprendimento continuo che copre l’intero arco della vita. Già oggi vediamo come i migliori interpreti in campi come lo sport, la musica e, sempre più, il business, ricorrono a una vasta gamma di allenatori e consulenti per migliorare loro stessi e le loro prestazioni. Queste squadre di esperti si avvalgono sempre più spesso della tecnologia per potenziare il feedback che offrono ai loro clienti, al fine di affinare costantemente le loro performance.

Allo stesso modo, allorché l’intelligenza artificiale e le innovazioni tecnologiche miglioreranno in modo sempre più capillare le nostre capacità umane, sarà centrale il ruolo delle guide umane nel farci raggiungere il nostro pieno potenziale.

Michele Laurelli

Ciao, sono Michele! Ho 32 anni, mi occupo di intelligenza artificiale. Insegno, scrivo e realizzo progetti. Quando non lavoro tiro di scherma.

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