Appunti sull'informazione con l'AI dal punto di vista del lettore

30/06 AI

L’intelligenza artificiale, quel miracolo della tecnologia che all’umanità sembrava una proiezione fantascientifica appannaggio di libri e pellicole cinematografiche, è ormai una realtà tangibile e imprescindibile per il nostro futuro. Uno spazio di conquiste elettroniche alle quali guardiamo con crescente meraviglia, nella speranza di scorgervi il nuovo volto dei progressi dell’informazione e della scienza. Ed è proprio nell’ambito dell’informazione che l’AI può diventare non solo un alleato silenzioso di chi la produce, ma anche un prezioso amico di chi essa la consulta, di chi è alla ricerca dell’elusiva verità in un mare di dati, notizie e opinioni che si stagliano all’orizzonte come il riflesso del sole sull’acqua.

Ma è lecito chiedersi: cosa può realmente apportare l’intelligenza artificiale per affiancare e assistere colui che desidera esser informato? La risposta a tale quesito non può prescindere da una più ampia riflessione a riguardo del ruolo dell’AI nel nostro ecosistema mediatico.

Anzitutto, è importante focalizzare l’attenzione rispetto a quanto il ventaglio di modalità mediante le quali oggi è fruibile l’informazione si è ampliato e diversificato, rendendosi sempre più congeniale all’utilizzo di macchine intelligenti che apprendono e si modificano in base ai segnali pervenuti dall’ambiente circostante. È dunque impellente l’obbligo di riflettere sulla duttilità e la pragmaticità della traduzione, attuata dall’intelligenza artificiale, di un numero sempre maggiore di dati – i quali, in un processo virtuoso di crescente autorevolezza, diverranno essi stessi più attendibili e utili per l’utente.

Allo stesso tempo, è indubbio che la falcata attraverso la quale l’AI sta penetrando in ogni settore dell’economia e dello sviluppo sociale non può non avere un impatto inestimabile sulla concezione stessa di informazione. Stiamo pertanto assistendo a uno sdoppiamento della natura di quest’ultima: non più soltanto un bene immateriale da acquisire passivamente per ampliare il proprio sapere, ma al contempo un’intelligenza viva e partecipe, in grado di dispiegarsi con sapiente autonomia a sostegno del lettore.

A fronte di questa constatazione, si pone ora uno scenario ricco di potenzialità, in cui l’AI rivela una sfaccettatura tutt’altro che comune, bensì di vitale importanza nell’epoca attuale. Se fino a poco tempo fa, infatti, il giornalismo si risolveva nell’indagine recondita o nella plasmazione umanistica degli avvenimenti, oggi il senso stesso di informazione si intreccia indissolubilmente con l’evoluzione dell’AI. Il cambiamento è radicalmente epocale: non solo le macchine siamo chiamate a generare contenuti validi e ordinati, ma a dare vita a un linguaggio sempre più sofisticato e pertinente, ben oltre la mera emulazione umana.

Pur non potendovi descrivere in termini esemplificativi le molteplici modalità attraverso le quali l’intelligenza artificiale si sostanzia come supporto alla fruizione dell’informazione, è tuttavia possibile immaginare che il suo riverbero investa i processi logici di selezione e analisi delle notizie, guidando il lettore nel discernimento delle fonti più attendibili e delle costruzioni argumentative più solidali con il principio di realtà. In virtù di questa vocazione, l’AI non si limita al raggruppamento delle notizie sulla base delle preferenze dell’utente, né alla comparazione dei dati numerici e alla creazione di immagini visive che aiutino a dipanare l’alone degli eventi passati; essa, piuttosto, si configura come il mezzo privilegiato per rendere il lettore protagonista e non semplice ricettore del mondo della comunicazione.

È pertanto necessario, in ultimo, tornare a interrogarsi sul significato stesso di informazione: perché, se è indubbio che l’intelligenza artificiale è destinata a occupare un posto di prestigio nel panorama delle tecnologie del futuro, è parimenti indispensabile comprenderne le prospettive, i limiti e le potenzialità. In tal guisa, forse, saremo in grado di intravvedere lo straordinario accrescimento di conoscenze e competenze che l’AI promette di apportare ai suoi affezionati utilizzatori, in una simbiosi senza precedenti tra uomo e macchina, tra lucida intelligenza artificiale e irrefrenabile desiderio umano di oltrepassare i confini conosciuti del sapere.

Michele Laurelli

Ciao, sono Michele! Ho 32 anni, mi occupo di intelligenza artificiale. Insegno, scrivo e realizzo progetti. Quando non lavoro tiro di scherma.

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